12 Gennaio, 2022
Dagli albori della storia, il cambiamento è sempre stato il motore del progresso. Lo è ancora di più in questi tempi, in cui la rapidità dell’innovazione tecnologica sta modificando rapidamente ogni paradigma, non solo nel modo in cui facciamo business ma anche nel modo in cui viviamo. Il quarto numero di questa rivista si intitola “Decrypting changes”, ma avrebbe potuto facilmente essere intitolato “Decrypting growth”, perché i due concetti sono estremamente vicini e interdipendenti. Non a caso, il dibattito globale sulla crescita e sul rilancio dell’economia è monopolizzato da termini quali innovazione, trasformazione, transizione.
Questo numero affronta in varie declinazioni il tema della crescita e del cambiamento, e delle loro interpolazioni: le innovazioni in settori considerati “tradizionali”, come il Food, il Travel e il Fashion; l’ascesa di tutte quelle tecnologie dirompenti definite come “Deep Tech”; il raggiungimento del volo perpetuo con droni a energia solare in grado di rivoluzionare il mondo delle telecomunicazioni; il modo in cui la digitalizzazione può dare slancio alle imprese; la creazione di un Internet of Trust umano-centrico, cui sta lavorando la Commissione Europea, supportando ricercatori e innovatori coinvolti in centinaia di progetti.
Il periodo che stiamo affrontando è probabilmente una fase storica, in cui l’accelerazione del cambiamento raggiungerà livelli mai visti prima. La pandemia ha impresso ulteriore velocità a trend già in atto, e chi pensava di avere ancora tempo prima di adeguarsi ai cambiamenti ha scoperto che, al contrario, non è più il momento per indugiare: chi resta fermo è destinato a pagarne le conseguenze, in modo drammatico. La digitalizzazione ha imposto un ripensamento di tutti i modelli di business, la lotta al cambiamento climatico e la transizione energetica sono diventate un’esigenza non più differibile, la sostenibilità – in particolare sotto il profilo ambientale, ma anche sotto quello sociale – richiede cambiamenti estremi nell’approccio ai consumi, al modo di fare impresa, agli investimenti, alla relazione e agli impegni nei confronti delle comunità.
La scienza, da sempre al centro dell’evoluzione del mondo, «il fuoco che illumina» secondo la definizione data di recente da Giorgio Parisi, fresco di Nobel per la fisica, è tornata al centro della scena, grazie alla rapidità nella risposta alle sfide della pandemia, all’avvio di una nuova corsa alla conquista dello spazio, al fiorire di nuove scoperte che non si tradurranno soltanto in ulteriori passi avanti nei progressi dell’umanità.
Le profonde rivoluzioni in atto su vari fronti non rendono sempre facile immaginare come sarà il futuro, misurare l’entità della trasformazione, ma anche questa patina di incertezza comporta che sia più saggio fare di più, e non di meno, per sintonizzarsi sul cambiamento e, laddove possibile, perfino anticiparlo. Il tempismo, su questo fronte, è essenziale.
Il Venture Capital, in questo contesto, è il presidio ideale di tale dinamismo, perché si trova per sua natura al centro delle dinamiche di innovazione che stanno ridisegnando il futuro, spingendo il progresso verso livelli senza precedenti. Ma l’aspetto più importante è che, nell’ambito dell’ecosistema dell’innovazione, il Venture Capital non svolge soltanto una funzione – pur preziosa – di osservatorio e “ufficio studi” del cambiamento, ma ne è addirittura un abilitatore: il ruolo degli investitori Venture è esattamente quello di scoprire in anticipo dove si stiano per compiere le innovazioni più dirompenti, di trovare i founder più talentuosi, che stanno lavorando a nuovi modi per risolvere sfide vecchie e nuove, e di dare loro gli strumenti per cambiare il futuro. Un compito stimolante, che porta con sé un discreto carico di responsabilità e la necessità di dotarsi delle capacità necessarie a interpretare i trend e a scandagliare lo sconfinato mondo imprenditoriale, a caccia delle soluzioni davvero in grado di cambiare le cose.
Con l’ascesa del Venture Capital in Italia, e la crescente attenzione delle istituzioni verso questo mondo, la capacità di imprimere una svolta è sempre maggiore.
Per rispondere adeguatamente alle sfide di cui si è accennato in queste righe, il Venture Capital dovrà fare la propria parte, assieme a tutti gli operatori dell’ecosistema dell’innovazione: imprese, regolatori, istituzioni, investitori. E la dovrà fare con determinazione, lungimiranza e tempismo, perché il cambiamento non aspetta gli indecisi.