Il futuro del packaging è eco-sostenibile


 
di Autore test Nome e cognome
13 Ottobre, 2021

La plastica è uno dei materiali più utilizzati da aziende e consumatori di tutto il mondo, ma è anche uno di quelli con i più pesanti ed evidenti impatti sull’ambiente. Basti pensare che i processi per produrre la plastica e quelli per incenerirla alla fine del suo ciclo di vita emettono complessivamente ogni anno circa 400 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre, ogni anno tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani di tutto il mondo, con impatti devastanti sugli ecosistemi e sulle specie animali, oltre che sulla salute dell’uomo. Le microplastiche, infatti, entrano nella catena alimentare delle specie che vivono negli oceani, e di conseguenza nel cibo che finisce sulle nostre tavole. Si stima che negli oceani ci siano 270.000 tonnellate di microplastiche.

Il mercato della plastica è enorme sia in termini di valore (valeva 568,9 miliardi di dollari nel 2019, secondo Grand View Research), sia di volume (368 milioni di tonnellate nel 2019, in base ai dati PlasticsEurope). La sola Unione Europea ha una domanda annua di plastica di oltre 50 milioni di tonnellate, e di queste il 40% viene utilizzato nell’industria degli imballaggi.

Quando si pensa al packaging lo si considera un costo per l’ambiente, anziché un valore aggiunto. Eppure, soprattutto nell’industria alimentare, gli imballaggi costituiscono un elemento centrale per la conservazione della qualità degli alimenti tramite il controllo degli scambi di gas e vapore con l’atmosfera esterna e nella fase di stoccaggio, nonché per la prevenzione dei problemi di sicurezza alimentare (malattie di origine alimentare e contaminazione chimica degli alimenti) e il prolungamento della durata di conservazione.

 

Politiche governative

Molti governi hanno adottato politiche volte a favorire l’utilizzo di un packaging riciclabile o ecosostenibile, seppure manchi ancora una collaborazione globale tra i governi per ridurre

l’utilizzo della plastica e incentivare gli investimenti in materiali alternativi. La Commissione Europea si è posta l’obiettivo di avere solo imballaggi riciclabili o riutilizzabili nell’Ue entro il 2030. In Nord America, i sacchetti di plastica sono vietati a Montreal, California e Hawaii. E’ stata la Cina, però, ad adottare nel 2017 la politica con maggior impatto a livello mondiale, bloccando l’importazione di rifiuti di plastica non riciclabili. Dagli anni ’90, infatti, la Cina era stato il principale importatore di rifiuti di plastica al mondo, e nel 2016 si stimava che due terzi dei rifiuti di plastica globali finissero nel Paese. L’esempio della Cina è stato seguito da molti Paesi del Sud Est asiatico (Malesia, Vietnam, Filippine e Thailandia), che hanno posto dei veti all’importazioni di rifiuti di plastica non riciclabili.

Nonostante gli sforzi dei governi di tutto il mondo, il processo di riciclabilitα della plastica presenta ancora molte problematiche, di cui la principale riguarda la contaminazione dei prodotti dovuta alla presenza di inchiostri o colori, residui di cibo, prodotti che contengono un mix di plastica con altri materiali, etichette non solubili. Diventa quindi fondamentale per le aziende produttrici di beni in plastica evitare l’utilizzo di questi materiali non smaltibili. Inoltre, anche i consumatori devono assicurarsi che il rifiuto in plastica non presenti contaminazioni rilevanti, quali i residui di cibo.

Countries implementing a total ban on plastic bags, a taxation or a partial ban/taxation:

Sources: The Plastic Landscape – Regulations, Policies & Influencers, United Nations, 2019

 


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