The Society Magazine – Decrypting Tomorrow #5
Intelligenza Artificiale e Healthcare: la tecnologia democratizza la prevenzione


 
di Matteo Confalonieri
30 Settembre, 2022

Nonostante la crescente attenzione sulla salute, a livello globale i sistemi sanitari sono ancora inefficienti, a causa di uno squilibrio tra le spese per le cure e quelle per la prevenzione. L’ascesa di nuove tecnologie di monitoraggio da remoto può consentire di prevenire molte patologie

La pandemia ha riacceso i riflettori sull’healthcare e sulla centralità di un sistema sanitario efficiente e accessibile, anche alla luce delle dinamiche demografiche, in particolare della crescita e dell’invecchiamento della popolazione mondiale. Ma il settore sanitario, nella sua attuale configurazione, è ancora estremamente inefficiente in molti Paesi, in cui si spende molto nella cura delle persone malate ma poco nella prevenzione che aiuterebbe a tenere le persone in salute. Basti pensare che nell’Unione Europea vengono impiegati oltre 2.300 miliardi di euro all’anno in cure sanitarie (oltre il 14% del prodotto interno lordo), con una media di oltre 4.500 euro all’anno a cittadino. Questi soldi vengono spesi sia dagli enti pubblici che dai privati, sebbene negli ultimi anni (con un’accelerazione conseguente alla pandemia da Covid-19) l’attenzione alla prevenzione sia sicuramente aumentata, spinta anche dalla crescita delle piattaforme di telemedicina e dei dispositivi di monitoraggio dei parametri vitali.

La prevenzione ha bisogno di innovazione tecnologica

Con le opportune tecnologie si potrebbero prevenire fino a 5 milioni di morti all’anno in Europa (il 55% dei decessi totali, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), riconducibili a patologie che potrebbero emergere in anticipo – e quindi essere curate tempestivamente – tramite un monitoraggio da remoto dei parametri vitali.

Il grado di diffusione di malattie prevenibili con tecnologie di monitoraggio da remoto è più elevato di quanto si pensi, poiché spesso queste malattie non danno sintomi fino a quando il quadro clinico non si aggrava improvvisamente, portando alla morte o a conseguenze permanenti che peggiorano sensibilmente la qualità della vita. Si può citare come esempio l’ipertensione arteriosa, che colpisce tra il 30% e il 45% della popolazione adulta e può scatenare infarti o ictus.

Quando si parla di valutazione dello stato di salute di una persona, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) indica cinque specifici parametri vitali da monitorare, accompagnati da un elettrocardiogramma: la pressione, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, la saturazione e la temperatura corporea. Gli strumenti tradizionali per misurare tali parametri vitali includono lo sfigmomanometro per la pressione, il saturimetro per la saturazione e la frequenza respiratoria, il termometro per la temperatura, il cardiofrequenzimetro per la frequenza cardiaca, e l’elettrocardiografo per l’esecuzione dell’elettrocardiogramma (ECG). Ma a eccezione della temperatura, i controlli solitamente vengono fatti sporadicamente. Alcuni degli strumenti tradizionali sono invasivi per il paziente e spesso manca la tracciabilità puntuale del dato. Per queste ragioni, molte aziende hanno iniziato a sviluppare tecnologie che, basandosi su algoritmi di Intelligenza Artificiale, possano sostituire gli strumenti tradizionali e siano in grado anche di tracciare i dati degli utenti.

Le soluzioni tecnologiche più innovative per la prevenzione

Il panorama delle aziende che hanno proposto soluzioni per il monitoraggio dei parametri vitali è molto vasto e variegato, sebbene solo alcuni di questi strumenti abbiano ottenuto la certificazione come dispositivo medico, e spesso si tratti di soluzioni rivolte a un mercato B2B. Avere la certificazione CE/FDA come dispositivo medico permette a un dottore di poter utilizzare il dato generato dalla tecnologia a fini diagnostici.

Tra le aziende che offrono strumenti non certificati come dispositivi medici le più popolari nel mercato B2C sono Apple, Fitbit e Garmin. Apple Watch 7 e Fitbit sono in grado di creare un ECG (per il quale hanno ottenuto la certificazione come dispositivo medico) e misurare la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e la saturazione; mentre Garmin calcola solo la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e la saturazione.

Una società sicuramente innovativa tra quelle che non hanno ancora ottenuto la certificazione come dispositivo medico e che si rivolge a un mercato B2B (prevalentemente quello assicurativo) è Binah.ai. La società israeliana, fondata nel 2016, ha sviluppato una tecnologia che permette il monitoraggio dei parametri vitali tramite la fotocamera del proprio cellulare scomponendo l’immagine catturata dalla fotocamera nelle componenti di colore, e ricreando un segnale PPG (o fotopletismografia, un metodo di misurazione ottica della variazione del volume del sangue) che poi viene analizzato dall’algoritmo di intelligenza artificiale. Tramite questa tecnologia, Binah.ai riesce a misurare contemporaneamente i cinque parametri vitali indicati dall’Oms. Tra le aziende che hanno proposto soluzioni di monitoraggio dei parametri vitali e che hanno ottenuto la certificazione come dispositivo medico, si possono invece citare l’americana Biofourmis, l’israeliana Biobeat e l’italiana IppocraTech, tutte società che attualmente operano solo nel mercato B2B.

Biofourmis è stata fondata nel 2015 e ha una tecnologia che sfrutta un algoritmo di intelligenza artificiale in grado di misurare la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e la saturazione tramite i segnali inviati da un orologio. L’algoritmo può calcolare, inoltre, degli indici di salute personalizzati per il singolo utente, che lo aiutano a monitorare il suo stato di salute.

Biobeat è stata fondata nel 2016 e ha sviluppato una tecnologia che permette il monitoraggio dei cinque parametri vitali indicati dall’Oms tramite i segnali PPG inviati tramite un orologio con all’interno l’algoritmo di AI, e la misurazione ECG tramite un cerotto mono-uso da attaccare al petto, i cui segnali sono poi inviati all’algoritmo di AI presente nello stesso orologio. IppocraTech, invece, è stata fondata nel 2017 e ha lanciato un sistema che consente di calcolare i cinque parametri vitali e fare un ECG tramite una singola misurazione appoggiando i palmi delle mani sui due sensori del dispositivo (la temperatura viene rilevata tramite un termometro a infrarossi posizionato sullo stesso strumento ) e inviando i segnali PPG e ECG all’algoritmo di intelligenza artificiale localizzato nel cloud dell’azienda.

L’interesse del Venture Capital nel settore

Negli ultimi anni è cresciuto notevolmente l’interesse dei fondi di Venture Capital in questo verticale e, come spesso succede per i settori ad elevato contenuto tecnologico, i round maggiori sono avvenuti in società basate negli Stati Uniti e in Israele. La società americana Biouformis ha raccolto 125 milioni di euro, di cui 85 milioni nell’ultimo round effettuato a settembre 2020, cui hanno partecipato Softbank, Sequoia, Openspace Ventures e MassMutual Ventures. La società israeliana Cnoga (che ha sviluppato un dispositivo medico per misurare contemporaneamente dal dito la frequenza cardiaca, la saturazione e la pressione) ha raccolto 63 milioni di euro, di cui 10 milioni in un round di Serie A a ottobre 2014 guidato dal fondo cinese Fortune Capital, e 47 milioni di euro in un round di Serie B a marzo 2017 guidato dalla società cinese BOE Technology Group. Binah.ai ha raccolto 41 milioni di euro, di cui 16,5 milioni nell’ultimo round effettuato a febbraio 2021, cui hanno partecipato il l’israeliana iAngels e l’operatore Tomahawk.VC. La società americana Caretaker Medical (che ha sviluppato un dispositivo per misurare contemporaneamente tutti e cinque i parametri vitali e fare l’ECG tramite un bracciale e un sensore da dito monouso) ha raccolto 3 milioni di euro nel round di Serie A di giugno 2020, guidato dal corporate Venture Capital Philips Ventures.

Il futuro della prevenzione

La prevenzione della salute basata sull’uso di tecnologie di monitoraggio da remoto entrerà a far parte del nostro quotidiano, sebbene ci siano ancora degli ostacoli da abbattere per la sua diffusione. Le principali barriere da superare riguardano i costi per utilizzare queste tecnologie e l’impegno dell’utente nel continuare a monitorarsi. Inoltre, le tecnologie più complete ed efficienti sono destinate ancora solo al mercato B2B e disponibili a prezzi elevati. Un sistema di incentivi pubblici su questa categoria di prodotti aiuterebbe sicuramente l’ingresso nel mercato B2C. Inoltre, al momento si tratta di tecnologie utilizzate prevalentemente da malati cronici, e quasi sempre alle persone sane difetta una certa costanza nell’utilizzare in maniera continuativa queste tecnologie. Sicuramente, oltre a campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione, servirebbero sia il consenso della comunità scientifica (quindi occorrerebbe che i medici promuovessero l’utilizzo di queste tecnologie), sia l’integrazione delle tecnologie nelle piattaforme di telemedicina per poter effettuare un monitoraggio attivo dei test effettuati dall’utente, in modo che quest’ultimo sappia che c’è qualcuno che sta guardando i suoi test e lo avviserà in tempo in caso di problemi. Un esempio di questa integrazione arriva da FibriCheck, che ha creato un’app da installare sugli orologi Fitbit, in modo da rilevare eventuali aritmie cardiache: ogni qualvolta venga rilevata una misurazione sospetta nei parametri dell’utente, il dato viene analizzato dai medici collegati a FibriCheck, e viene inviato automaticamente un report all’utente per avvisarlo dell’eventuale problema.

In un futuro non troppo lontano possiamo immaginare la possibilità di controllare facilmente e frequentemente i nostri parametri vitali, in modo che il nostro medico (o un altro medico che abbia accesso alla tecnologia che decideremo di usare) abbia un database sempre aggiornato con tutte le rilevazioni e i trend che riguardano la nostra salute, e possa intervenire tempestivamente qualora ci sia qualche valore sospetto. Questo scenario comporterebbe da una parte importanti risparmi economici da parte del sistema sanitario, che diventerebbe molto più efficiente, e dall’altro un beneficio immediato sulla salute (fisica e mentale) delle persone. La vita, infatti, ha molte variabili che sfuggono al nostro controllo e spesso riguardano proprio la sfera della salute. Grazie alla diffusione di tecnologie di monitoraggio da remoto potremo ridurre la probabilità che queste variabili esterne possano incidere negativamente sulla nostra vita o su quelle dei nostri cari, e vivere così più sereni.


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